Il mare e l'inquinamento da plastica

Il mare e l'inquinamento da plastica

Il mare e l'inquinamento da plastica

La plastica ha origini molto antiche ed è dal 1861/62 che la plastica, come oggi la conosciamo, prende forma. E' però nel XX secolo che con la produzione della bakelite che inizia un processo di sviluppo e produzione che sembra avanzare senza sosta, sino ad arrivare ai tempi nostri.
Ma lasciamo la storia e passiamo all'oggetto dell'articolo, L'inquinamento del mare da plastica.

Non so se sapete ma nell'oceano pacifico galleggia una massa di plastica con un estensione di circa tre volte la Francia, da analisi nella composizione della stessa si è anche stimata la densità per metroquadro della stessa e si è scoperto che con il tempo la densità per metro quadro sta via via aumentando, Inoltre il materiale che costituisce questo "continente" di rifiuti per 80% contiene sostanze tossiche che ogni giorno continuano a inquinare sileziosamente. L'80% di questi rifiuti proviene dalla terra ferma il restante 20% da rifiutoi abbandonali dalle navi.

Il mare e l'inquinamento da plastica


Una parte di questo "continente" è composto da reti che uccidono i pesci che si trovano in zona, ma non solo, la cosa ancor più grave è che la plastica col tempo si sfalda e si riduce di dimensione diventando così piccola da essere ingerita dai pesci, in questo modo entra nella catena alimentare. Il pranzo è servito.

Il mare e l'inquinamento da plastica

Se foste interessati potete acquistare il libro: L'isola che c'è. Il nuovo continente di plastica e rifiuti 
«Il Pacific Trash Vortex (o Great Pacific Garbage Patch) è una enorme isola di immondizia che si è formata nell'Oceano Pacifico seguendo i flussi delle correnti oceaniche. Le conseguenze delle azioni umane interferiscono sempre più con gli ecosistemi. Il volume, "L'isola che c'è" approfondisce in modo scientifico ma divulgativo le criticità dei fenomeni connessi all'attuale situazione ambientale: le attività produttive e commerciali, l'inquinamento, il consumo delle risorse naturali, la perdita di biodiversità, le ripercussioni nella catena alimentare e sulla nostra salute. La conoscenza della fragilità del nostro habitat è un primo passo, un atto d'amore verso il nostro pianeta.»

Tanto si è discusso per evitare, o quantomeno ridurre questo tipo di inquinamento prima fra tutte l`abolizione della plastica. Non tutti però sono d'accordo con questa ipotesi, in quanto "i sostenitori della plastica" dicono che la plastica è riciclabile per cui, se la plastica usata si convertisse in altro a fine utilizzo non finirebbe in mare e si instaurerebbe un circolo senza fine.

Ora facciamo un passo indietro e pensiamo al motivo che sta sotto questo tipo di inquinamento, vero è che questo tipo di inquinamento è prodotto dalla plastica ma questo esiste principalmente per gli atteggiamenti sconsiderati delle persone che non curanti delle conseguenze gettano la plastica, chi per strada chi direttamente in mare. Alla fine non importa dove va a finire il risultato è lo stesso, cioè l'inquinamento.
Mi è capitato di vedere ripulire la scogliera da volontari e ritrovarla l'indomani piena di rifiuti di qualsiasi tipo compresa la pastica. Ora tenendo in mente che se si riuscisse ad educare le persone ad un atteggiamento responsabile buona parte, o la maggior parte, del problema plastica ( con un buon servizio di differenziazione e riciclaggio ) sarebbe risolto o quantomeno fortemente ridotto.

Ma vediamo cosa bolle in pentola sul versante della diportistica relativamente a questo problema.

Il mare e l'inquinamento da plastica

Parliamo di Suzuki marine che vanta di aver sviluppato il primo dispositivo al mondo per motori fuoribordo, che consente di raccogliere le microplastiche presenti in acqua. Questo progetto parte dall'iniziativa "Suzuki Clean Ocean Project" che affronta proprio il problema delle microplastiche.

Questo dispositivo sfrutta il ricircolo d'acqua per raffreddare i motori fuoribordo appunto (sistema aperto), quest'acqua viene intercettata da un filtro che blocca plastiche di diametro di un millimetro e mezzo che vengono convogliate in un serbatoio che richiede di essere controllato ogni cento ore di moto ed eventualmente scaricato, anche se questo serbatoio dovesse riempirsi il motore continua a funzionare normalmente in quanto lo stesso viene bypassato, ma in questo caso il filtro finirà di fare il suo lavoro.

In un motore fuoribordo ogni ora passano 2.5 metri cubi di acqua quindi una quantità non indifferente che verrà ripulita.
Questo sistema sarà installato su motori a partire da 100cv in su e si ipotizza che verrà installato in futuro su tutti i motori con patente.

Nota: attualmente solo Suzuki ha proposto ed implementato questa tecnologia, non so se altri costruttori seguiranno la stessa strada per aiutare a ripulire i mari dall' incuria degli atteggiamenti passati e speriamo non più futuri.

E Tu che ne pensi è una buona iniziativa pensata al green o solo marketing? Lascia un commento o vienici a trovare sul gruppo Telegram MareNautica

Inquinamento: Il mare e l'inquinamento da plastica

Nota: non siamo affiliati ne con la casa editrice del librro, ne con Suzuki marine

Il mare e l'inquinamento da plastica