Fotografie - Perché piace scattare
Perché scattiamo fotografie?
Autore: Maicol Cortesi
Vi siete mai posti la domanda: perché scattiamo fotografie?
Perché quando siamo in particolari momenti sentiamo l’esigenza della macchina fotografica per scattare fotografie?
I professionisti lo fanno per lavoro. Ma molti hanno veramente passione per la fotografia. Ed è proprio la passione che spinge i fotografi a scattare fotografie tenendo in mano una macchina fotografica.
Perché questo fenomeno coinvolge anche la gente comune e non solamente i fotografi professionisti?
Pensiamo ai tempi antichi, quando non si aveva la disponibilità delle parole e della macchina fotografica, si rappresentava la realtà dai pigmenti colorati ricavati dalla natura, successivamente sono state sviluppate molte tecniche. I dipinti ad esempio permettono ai pittori di esprimere, alterare o enfatizzare la percezione che hanno della realtà. Possiamo inquadrare la macchina fotografica come uno strumento che ci permette di ottenere tutto questo in poco tempo.
La comunicazione visiva è diretta, le immagini sono più semplici da ricordare e poi noi viviamo di immagini, la maggior parte della realtà che vediamo la percepiamo attraverso le immagini. Riusciamo a capire se qualcosa ci piace dalle immagini, per questo la nostra vita le nostre scelte dipendono soprattutto dalle immagini che vediamo.
Tutto ciò è primitivo ma al momento questa è la realtà, ancora comunichiamo con un linguaggio primario che per quanto sia banale rimane quello più semplice e diretto, arriva a colpire in un istante le nostre emozioni. Per questo rimarrà sempre un linguaggio base per la comunicazione.
Possiamo considerare la fotografia come un sogno, un gioco per la nostra mente, che ogni giorno è sottoposta a immagini complesse e incomprensibili, la semplicità è ciò che cerchiamo e senza rendercene conto, quello che più ci piace è anche semplice.
Le immagini hanno un potenziale enorme, quindi una persona cieca non possiede questo potere, non è proprio così, una persona cieca può avere la capacità e mantenere lo stesso potere e perfino potenziarlo perché noi non vediamo con gli occhi ma con la mente. La realtà per un cieco viene ricreata dall’immaginazione che si potenzia in ogni istante che viene impiegata, le sensazioni si amplificano e generano tante emozioni che si vanno ad incastrare nei ricordi come le schegge si incastrano nella pelle.
Questo se vogliamo e se ci concentriamo siamo in grado di farlo tutti.
Un esempio può essere quello di quando chiudiamo gli occhi per percepire un suono sottile. Se un cieco potesse avere un immagine reale troverebbe un emozione amplificata in ogni particolare, cosa che molto probabilmente facciamo continuamente anche noi ma in una scala di importanza completamente inferiore.
Le immagini possono anche essere descritte come le anteprime di filmati accatastati nelle pile dei nostri infiniti ricordi. Guardando un immagine, la nostra mente non preme solamente play e un breve filmato parte. La nostra mente è capace molto più di tutto questo.
La nostra mente si riempie di impulsi elettrici e anima le immagini scatenando infinite emozioni e reazioni, impasta colori, libera odori, enfatizza i momenti, replica una scena più volte, un movimento un gesto ripetuto, un immagine da lontano, una persona sfuocata, la nostra mente è un pittore, un pittore a cui piace giocare e si diverte continuamente applicando effetti di ogni genere, quando non riesce a farlo si rifugia nei sogni e li è capace di dare il meglio di sé.
Quante volte siamo andati da parenti e amici e vediamo che con gioia prendono e sfogliano i loro album di fotografie davanti a noi descrivendoti velocemente i momenti e i particolari di qualche fotografia, mentre la stai osservando i tuoi occhi cercano particolari, particolari che sono necessari a ricostruire quell’ambiente nella nostra mente. Questo trasmette e genera emozioni positive e se vi guardate mentre le state osservando notereste sicuramente sul vostro volto un’espressione diversa come ad esempio un sorriso. Non importa che le fotografie siano di un dilettante o di un professionista ciò che importa è la luce di una finestra nei nostri ricordi.
I momenti da ricordare sono tanti, e penso che vi capiti spesso di camminare per strada notare una scena che vorreste tenere sempre con voi, un volto curioso, un gatto che gioca, lo sguardo di un cagnolino, un bimbo indifeso che ti sorride, un animale selvatico che compare all’improvviso, un panorama che toglie il respiro.
Ci sono fotografie capaci di colpirci dritto al cuore e ci fanno soffermare ad osservarle, possono riguardare un evento esterno o personale , le fotografie che raccontano situazioni di impatto il fatto che siano fatte da fotografi non professionisti passa in secondo piano, un evento naturale, una guerra, il carnevale, il nostro matrimonio, mentre le osserviamo la situazione può essere ricreata in noi tramite emozioni usate fatte di nostre esperienze vissute e riassociate a quel momento, positive o negative che siano.
Ogni fotografo professionista e dilettante che sia può descrivere i particolari di qualsiasi situazione dal suo punto di vista, fino ad esprimere perfino se stessi per mezzo delle fotografie scattate lasciando la propria firma in ogni fotografia scattata. Ed è per questo che quando qualcuno guarda una nostra fotografia può percepire esattamente ciò che vogliamo trasmettere attraverso di essa. Esiste il detto “Una fotografia vale più di mille parole” infatti la fotografia può trasmettere idee in maniera molto artistica, visiva e creativa.
Sicuramente siete d’accordo su molti punti qui descritti su quello che riguarda la passione per la fotografia. Scattare gradevoli fotografie capaci di trasmettere emozioni e descrivere al meglio la realtà non è poi cosi semplice, per questo molte persone che fotografano vorrebbero migliorare se stessi e imparare meglio ad utilizzare la macchina fotografica.
Ci sono fotografi che sono portati e sviluppano un ottima percezione riuscendo a fare delle fotografie migliori anche con l’utilizzo di uno Smatphone, rispetto a quelle di una persona non addestrata con la migliore fotocamera al mondo. Per molti questo significa sbagliare e sbagliare può essere veramente frustrante.
Ci possiamo accorgere di sbagliare quando guardando le nostre fotografie ci chiediamo adesempio: Come mai lo scatto di un soggetto uguale o simile a quello da noi fotografato è migliore?
Quante volte scattiamo una foto, per poi rimanere delusi del risultato?
Tutti facciamo errori molti sbagliano pensando che sia l’attrezzatura professionale a realizzare le foto migliori.
È necessario considerare che l’ordinario può generare una fotografia piatta priva di particolari che trasmettono emozioni, evitiamo gli errori più comuni, la minaccia della comodità è dietro l’angolo. Scattare fotografie semplicemente puntando la macchina e spingendo il bottone e addirittura senza neanche guardare può creare delle forti limitazioni. Proviamo a mettere da parte per un attimo l’ordinario, usciamo da ciò che stiamo osservando, cioè usciamo dalla scena.
Immaginiamo noi stessi mentre stiamo realizzando la fotografia, ecco ora non dobbiamo avere paura di come posizionarci, concentratevi e osservate la calma che vi circonda, se non c’è, createla, immaginate che tutto è fermo, tutto è immobile, cercate il momento, se non lo trovate createlo. È quello che state osservando attraverso la macchina che vi chiede di scattare la fotografia. Se non ci riuscite, non demoralizzatevi.
Un vecchio proverbio dice “La pratica rende perfetti“, può capitare molto spesso di scattare inutili fotografie, ma può anche capitare che su cento fotografie scattate una è incredibilmente perfetta e quando la osserviamo siamo in grado di riconoscere subito il valore che possiede ed è proprio quella fotografia che ci spinge a cercare di farlo di nuovo con la speranza di riuscire a farne altre.
Ecco un fotografo è proprio questo, è una persona che non si demoralizza, che non si arrende, è una persona che non abbandona e ci riprova finché non ottiene un risultato perché sa che ogni risultato è una sua conquista.
Quindi se la fotografia ti appassiona, non avere paura. Qualche volta, quando esci porta con te la tua macchina fotografica, vai a caccia di momenti che accadono intorno a te e cattura alcuni ricordi. Racconta storie con le immagini. Migliora continuamente il tuo modo di fotografare. Ma soprattutto, condividi le tue immagini con gli altri, perché la fotografia ispira, ma può ispirare gli altri.
E poi un giorno tramite le fotografie potrai frugare tra i ricordi e tirarne fuori alcuni che sapevi di avere ma che nessuno ti ha mai spinto a cercarli.
Chiudere gli occhi mentre osserviamo una fotografia è forse come entrarci dentro e tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti già vissuti, riprovando le stesse emozioni che ci hanno dato quell’energia che ci ha permesso di vivere la nostra vita.